calcolo delle probabilità - RF3 - Eikos

rubrica: 

 

 

 

 

... nella Grecia di Socrate, Eikos significava probabilità, “qualcosa che ci si aspetta con un certo grado di certezza”...

Eikos ... in quanto plausibile e probabile.
Nella Grecia di Socrate, eikos significava probabilità: “qualcosa che ci si aspetta con un certo grado di certezza”.
Il tema dominante su cui ci fermeremo per diverse puntate di questa rubrica RF (Rischio Finanziario) sarà la Probabilità a cui fanno capo i moderni concetti di Rischio e Investimento - Value At Risk (VAR) nella terminologia corrente - cioè la base delle decisioni operative.
Borsa, investimenti, diversificazione del portafoglio, si appoggiano tutte sul concetto di rischiosità che a sua volta dipende dai casi favorevoli e dai casi contrari.
Per quanto i Greci pensassero che l’Ordine Universale fosse dominio degli Dei e dei Cieli dove il sole e le stelle apparivano immobili nella loro posizione prefissata, oggi sappiamo che le regole di interpretazione sono cambiate e che le nostre scelte dipendono dal calcolo, dalla logica, dalla previsione e dai modelli statistici.
Per conoscere come realmente stiano le cose e come funzionino le regole del Rischio, ho ritenuto utile un breve viaggio nella storia.
Cercheremo di raccontare come sono andati i fatti del passato proponendo le stesse domande e le risposte di chi ha lasciato un segno, studiando cioè i problemi e le soluzioni via via che questi  si sono realmente presentati.
Dal mio punto di vista - poiché anch’io ho seguito la stessa strada - il viaggio nella storia mi ha permesso di dare risposta alla mia curiosità in modo progressivo così come è realmente avvenuto nel passato: le domande e le risposte si sono avvicendate con gradualità e questo per me è stato il modo migliore per conoscere e capire.
Il nostro viaggio parte dalla Grecia di Socrate e si concluderà con le teorie dei Frattali di Koch Mandel … poi sarà la volta della Borsa vera e propria.
L’obiettivo sarà la conoscenza ma, ancor più, la predisposizione e l’abito mentale indispensabili per entrare nel pensiero probabilistico, l’unico e vero fondamento per le decisioni operative che faremo.
 
Molto bene: diamo il via ai lavori e partiamo proprio dall’antica Grecia!
 
In quel particolare tipo di civiltà, la verità era solo ciò che si poteva dimostrare con la logica ostinataperché tutto doveva discendere dalle Scienze Esatte e non era possibile lasciare spazio alla sperimentazione, all’incertezza, al caso o all’immaginazione.
Per esempio, Talete, Pitagora, Anassimene, Parmenide e Anassimandro si sforzarono - con loro grande merito - di dare senso alle regole della geometria, dell’astrologia e della filosofia poiché il loro compito era essenzialmente quello di rispondere a una richiesta religiosa di armonia.
Filosofia, matematica e religione rappresentavano un corpo unico e inscindibile.
Tutto era e doveva essere armonico: dai frontali dei templi alla geometria di Euclide, dalla distinzione delle Divinità positive a quelle malvagie e perfino nella ricerca dei presagi e dei responsi degli oracoli.
Anche l’Universo era stato pensato e classificato in modo armonico: Zeus – dopo una titanica partita a Dadi – si era aggiudicato il dominio dei Cieli, a Poseidon erano toccati i Mari e ad Ade fu riservato il regno di oltretomba.
In Grecia tutto doveva essere ordinato e non c’era posto per la sperimentazione e per l’arbitrio perché ciò che era solo possibile o presumibile non veniva considerato “onorevole” e come tale veniva presto accantonato. Peccato davvero che l’abilità matematica, la logica e la chiarezza di quella Civiltà non si sia potuta esprimere in termini di Casualità e di Statistica: se solo i Greci avessero potuto disporre di una mentalità meno rigorosa e di sistemi numerici più avanzati, avrebbero certamente anticipato gli sviluppi successivi impedendo agli Arabi di riservarsi il primato sull’algebra, gli algoritmi e l’al-zahr (azzardo) che altro non è se non la moderna ‘Teoria dei Giochi’.
Solo alla scuola di Socrate resta il primato dell’eikos (nell’accezione di probabile) dell’antica Grecia: lo sforzo di Simmia di Siracusa (IV secolo) - nel Fedone - di dimostrare a Socrate che l’anima è in probabile armonia col Tutto, rimane purtroppo un caso isolato.
E l’algebra della civiltà Araba, le scoperte dei Sumeri e il concetto innovativo della nullità dello zero saranno argomenti per le prossime riflessioni.
 
 
 
Francesco Caranti