Finanza Etica

è comunque sempre una forma di <non omnis moriar>, non morirò del tutto perché in qualche modo il mio nome sopravviverà

 
Vespasiano per i suoi tempi non è stato malaccio come Imperatore. Trovo ingiusto che con tutte le cosette che ha fatto, http://it.wikipedia.org/wiki/Vespasiano, lo si debba ricordare soprattutto per la faccenda dei gabinetti pubblici. Addirittura gli ha dato il suo nome. Tenuto conto che era uno coi piedi per terra, probabilmente non gli sarebbe dispiaciuto, è comunque sempre una forma di <non omnis moriar>, non morirò del tutto perché in qualche modo il mio nome sopravviverà.
Realistico al punto che quando il figlio Tito, me lo immagino con la puzzetta sotto il naso, gli va a menare la storia che … sì, insomma … non era poi tanto dignitoso per l’Impero far soldi con la cacca, lui serafico gli ficca un sesterzio sotto al naso dicendo in perfetto stile da SMS, <non olet> ‘el spüssa no’ come si dice dalle mie parti, non puzza. E così si è anche schierato in materia di finanza etica.
Ne parlo perché ogni tanto risalta fuori,visto che ingenti capitali trovano la loro collocazione sui mercati finanziari solo a patto di poterne giustificare i criteri di investimento. Il che tutto sommato non è cosa da destare stupore, un buon gestore oltre che coprirsi le spalle e anche un po’ più giù, dovrebbe rispettare criteri di trasparenza. I guai incominciano quando ai semplici (si fa per dire) criteri finanziari si vuole o si è costretti ad aggiungere criteri etici. E qui a chi tali criteri non condivide, scappa da ridere. E’ stato interessante e divertente curare una serie di articoli apparsi su SapereInvestire riguardanti il tasso d’interesse sui capitali nel corso dei millenni. Sono partito dagli Assiri per arrivare ai giorni nostri. Ti assicuro che nel Medio Evo quando la rinascita economica ha preceduto, come necessaria premessa economica, quel periodo di rifiorire delle arti che noi conosciamo come Rinascimento, si è assistito a delle contorsioni filosofiche per cercare di conciliare gli impieghi dei capitali con un sacrosanto ritorno dell’investimento. I Monti di Pegni, un affaruccio mica da quattro soldi, nacquero proprio sotto la spinta etica.
La Chiesa, in seguito a un processo di aggregazione e di acquisita credibilità rispetto ad altri centri di potere, si trova a gestire capitali ingenti e in qualche modo si deve conciliare il diavolo con l’acquasanta, molto prima che arrivi Mons. Marcinkus http://www.archivio900.it/it/news/news.aspx?id=835.
Oggi, nonostante siano passati secoli, qualcuno che abbia delle riserve di carattere morale, lo troviamo sempre. Non si tratta necessariamente sempre di fondamentalisti. E’ notizia di questi giorni che la laica Norvegia sta amministrando il suo fondo nazionale, uno dei più rispettati come solidità, le garanzie dell’oro nero rendono tutto più facile e costanza di risultati, con criteri che vogliono privilegiare gli aspetti morali. Ma non è che escludano i trafficanti di droga o di sesso, danno l’ostracismo anche ad un nostro gioiellino, parlo di Finmeccanica e fior di companies di Israele, reo di essere stato condannato dalle Nazioni Unite.
E qui per me casca l’asino. Io sono d’accordissimo che la finanza non debba dimenticare che al centro va sempre messo l’uomo. O la Donna, ben inteso. Lo ha detto in modo più completo il Santo Padre, che un certo tipo di autorità e affidabilità in materia etica ce l’ha proprio. Il problema nasce quando si cerca di scendere nel dettaglio pratico. Dove porre un break even point? Ancor prima, quale etica scegliere? A volte si chiama etica quella che in realtà è una scelta politica, che pur essendo un preciso ed importante criterio discriminativo, non deve essere inteso come necessariamente di carattere etico condivisibile.
Alla base di una scelta può esistere un principio sicuramente etico, ma non universalmente accettato. Esistono degli ETF i cui sottostanti sono scelti in base alla Sharia, la dura regola islamica. Performano anche bene, ma secondo i valori tradizionali della mia cultura mi resta difficile accettare in blocco una serie di regole che comprendono anche la norma che davanti ad un tribunale un testimone maschio debba essere bilanciato da 2 testimoni femmine, sempre e beninteso non siano reperibili testimoni maschi.  Un ripiego insomma.
 
E allora, mi dirai? Abbiamo aperto con un imperatore romano e in suo onore chiudiamo con una antica massima: <est modus in rebus>.
Anche quando si parla di morale ci sono molte facce. La Verità è unica, ma noi siamo troppo imperfetti e limitati per averne una visione completa. Quindi una scelta etica sarà sempre soggettiva.
 
 
Vittorio E. Malvezzi