Individual Investors n.1
… una volta ci chiamavano ‘Parco Buoi’ …
… poi con un bel po’ di formazione, studio, una valanga di computer e qualche cornata data al momento giusto, ci siamo guadagnati un po’ di rispetto. Al punto che siamo diventati un indicatore. Contrarian naturalmente, tanto per chiarire una volta ancora le aspettative circa le nostre capacità professionali. Quello che noi facciamo e diciamo va prudentemente preso all’incontrario! Champagne per tutti, anzi spumante metodo classico, offro io. Sto parlando degli Individual Investors, gli investitori non aggregati al carro di grosse compagnie finanziarie. Gente, siamo noi! finalmente ci stiamo parlando addosso.
Quanto a parlarne, nel bene o nel male, sono in tanti. Giusto per avere un’ideuzza di quel che si trovi solo in Rete, Google ci dà dei ritorni di 360.000 links per il mercato di lingua spagnola, 388.000 per il mercato di lingua francese e come valore siamo lì. Probabilmente a fronte di un numero di paesi a lingua spagnola ben maggiore comprendendo anche gli stati della Sun Belt degli SU, pesa la parte francofona del Canada e alcuni stati che per motivi politici o di tradizione preferiscono usare il francese piuttosto che l’inglese. Inoltre non dimenticare che per una leggina dell’ Hexagon che proprio se ne infischia del politically correct, un sito pubblicato in Francia deve avere la home page rigorosamente in Francese. Noi italiani ci difendiamo bene con un rispettabile ritorno di ben 313.000. Manco a dirlo la parte del leone la fa la comunità anglofona: 1.920.000 links che parlano di noi, gli Irriducibili Individual Investors.
E allora incominciamo a guardarci dentro, cercando di essere il più obiettivi possibile. Cosa non facile visto che siamo tutti parte in causa. Per sollevami il morale e trovare un riscatto a quell’indice “contrarian” incomincerò con un sito in lingua spagnola che tributa un peana a dir poco alla nostra tribù: http://www.inversorglobal.com.ar/noticias/otras_inversiones/inversores_individuales_obtienen_mejores_oportunidades.
E’ un articolo di inizio giugno 2008 e per essere proprio attenti, devo dirti che seppur di lingua spagnola si tratta di sito argentino. Non so come si senta chi mi legge. Io pur tributando la massima ammirazione a ‘Pampa’, ‘Asado’ (il celebre arrosto pantagruelico) e ‘Gauchos’, quando sento il nome Argentina vengo preso da un prurito pazzesco. Si tratta dei postumi di una forte allergia ai Tango Bonds che tempo fa ha colpito tutta la mia famiglia in forma molto virulenta. Ma spero di essere il solo con questo genere di disturbi. Nella sintesi la tesi del nostro amico tanguero è molto semplice. Gli Individual Investor hanno un solo tallone d’Achille: una possibile cultura tecnica non adeguata. Superato il gap informativo sono avvantaggiati dalla loro massima libertà d’azione, aiutata anche dalla sempre maggiore diffusione di quegli strumenti finanziari così preziosi che sono gli ETF.
Sempre a proposito dell’informazione, sono interessanti le considerazioni fatte in un sito italiano: http://www.businessonline.it/1/EconomiaeFinanza/1996/crisi-finanziarie-cosa-devono-fare-singoli-investitori.html. Niente di straordinario, intendiamoci. Vi si dice che nonostante lacci e laccioli, controllori e supercontrollori, le crisi avvengono e avverranno sempre. Anche i gestori, spinti alla ricerca di migliorare il confronto con il benchmark, pur senza violarla necessariamente, si spingeranno fino ai limiti estremi del consentito dalla legge. Quindi il consiglio che ci viene dato cita un celebre detto di Ronald Reagan ai tempi della Guerra Fredda, “fidati ma controlla”. Un ossimoro che comunque mantiene una certa validità pragmatica.
Consigli ottimi, ma semplificando all’eccesso, forse troppo lo ammetto, sembrerebbe che la logica sia ‘alla Pazzaglia’. Ti ricordi quello del meglio giovane, ricco, sano e bello che vecchio pensionato malandato. Se sai, sai metterlo in atto, lo fai a tempo e luogo, che tu sia Individual Investor o Banca ti va benissimo lo stesso.
P.S. – Dopo essermi battuto per onor di firma e d’appartenenza in favore della nostra nobile categoria, devo anche confrontarmi con alcuni dati di fatto. A proposito dell’interpretazione che viene fatta delle nostre azioni e relativo indice Contrarian, ti accludo il bollettino settimanale emesso da un ente pubblico a Chicago:
http://www.cftc.gov/marketreports/commitmentsoftraders/index.htm.
La sigla sta per US Commodity Futures Trading Commission: fra le sue attività tiene una registrazione settimanale dell’open interest e del commitment cioè l’impegno da parte degli operatori. Questi vengono suddivisi in Individual Investor e Professionals. Prova ad andare a vedere un po’ come si sono mossi.
Non voglio rubare il mestiere al nostro guru Francesco Caranti, quindi non starò a fare commenti ed interpretazioni sofisticate. Mi limito solo a richiamare la tua attenzione sul fatto che tutti gli operatori non commercials sono short e tutti gli operatori professionali sono long.
… Tu pensi che gli attacchi di depressione che mi stanno venendo siano solo dovuti alla momentanea cattiva salute del mio gattone?
Vittorio Malvezzi