Opzioni MIBO - OPT10 - Opzioni: conoscere i prezzi
Per quanto le Opzioni siano ancora strumenti di nicchia, esse rappresentano comunque il pensiero di chi realmente fa Mercato e muove i fili della Borsa ...
Come succede in tutte le cose della vita, prima di intraprendere qualsiasi decisione è bene verificare cosa realmente è accaduto in passato e quale sia stata effettivamente l’esperienza degli altri.
Anche la Borsa, in quanto risultato delle aspettative, delle speranze e degli umori generali, si adatta perfettamente a questo schema comportamentale.
Nel nostro racconto, gli amici Rossi Verdi Neri e Violi hanno utilizzato quattro strategie diverse, risultanti da un modo differente di valutare le aspettative future: ognuno di essi si è espresso personalmente nei confronti degli obiettivi e dell’aggressività del Mercato futuro, investendo di conseguenza.
E mentre Verdi ha pronosticato un Mercato ‘orizzontale’ (flat), Violi Rossi e Neri hanno ipotizzato scenari molto più ottimistici.
La volta scorsa abbiamo utilizzato i dati del 2003 per dimostrare come il Mercato delle Opzioni, contrariamente a quanto si potesse pensare, goda di ottima salute.
Quest’oggi ci serviremo ancora dei dati del 2003 per conoscere i prezzi e per analizzare il comportamento degli Investitori in Opzioni.
Prima di iniziare questo studio, è bene ricordare che il Mercato delle Opzioni è prerogativa dei Professionisti del Settore perchè le OSPMIB sono ancora circondate da un alone di mistero che le relega nell’ambito dei soli “addetti ai lavori”.
E se da un lato questa affermazione ci conforta poco, dall’altro ci sprona a riflettere e ad allargare i nostri orizzonti.
L’analisi deduttiva delle strategie dei Professionisti si dimostra un valido aiuto per chi come noi sta studiando il Mercato: per quanto le Opzioni siano ancora Strumenti di nicchia, esse rappresentano il pensiero di chi realmente “fa il Mercato” e muove i fili della Borsa.
Ciò che si è verificato e si verifica in questo specifico Mercato è l’altra faccia del ragionamento dei Grandi Investitori che assumono le proprie decisioni sulla base di analisi di macro-economia, di Grandi Numeri e di tendenze di lungo periodo ignorando brevi e insignificanti trend che il più delle volte oscurano e confondono lo schema generale.
Torniamo ai dati dell’anno 2003: un anno un po’ incolore ma altrettanto ricco di spunti statistici.
La volta scorsa abbiamo rilevato che il movimento medio giornaliero di quell’anno si era attestato attorno a 10.000 contratti.
Ciò che ci interessa oggi è invece sapere in che modo quelle Opzioni si siano distribuite in termini di prezzo.
Abbiamo detto che le OSPMIB trattate in Borsa sono quelle relative a:
· Il mese in corso
· Il mese successivo
· Il mese oltre il successivo
· Il mese dei tre Futures successivi (marzo, giugno e settembre)
anche se recentemente sono state istituite Opzioni ‘far’ (lontane) ma con volumi piuttosto ridotti.
La tabella che segue mostra tutte le Call del 2 gennaio 2003.
Nota: Ci riferiamo a un giorno di Borsa diverso dal consueto 8 settembre 2004, per il semplice fatto che in quella data convivevano i due Sottostanti e l’analisi si sarebbe dimostrata fuorviante.
I valori del Sottostante MIB30 il 2 gennaio 2003 sono stati i seguenti:
Open 23.793
High 24.806
Low 23.793
Close 24.806
Gli Strike “Near” (vicini al Sottostante) in quel giorno erano:
- 25000 in corrispondenza del massimo e
- 23500 in corrispondenza del minimo.
Ciononostante sono stati trattati molti altri Strike.
Al contrario, come vedremo, molte delle Opzioni disponibili non sono state scambiate: si tratta di ISIN molto lontani dal Sottostante che quel giorno avevano comunque ragione di esistere solo perché erano stati scambiati in periodi precedenti in cui quegli Strike si trovavano vicini al Sottostante.
Possiamo notare acquisti corposi (esempio: 514 call marzo 26.000 a 762 punti medi) di blocchi di OPPMIB oppure, al contrario, piccoli acquisti isolati (esempio: 1 call gennaio 27.500 a 8 punti).
Ricapitoliamo:
- Gli ISIN proposti da Borsa Italiana il 2 gennaio 2003 sono stati: 138
- Gli ISIN effettivamente trattati: 37
Vediamo:
I Totali evidenziano che:
- La scadenza Vicina (gennaio) è la più trattata
- Quella successiva (febbraio, non coincidente con la scadenza del Future) è la meno trattata
- Per le scadenze coincidenti con quelle dei Future il dato è variabile.
La Sintesi del 2003 ci porta alle seguenti conclusioni:
- Gli ISIN proposti da Borsa Italiana sono stati: 76.712
- Gli ISIN effettivamente trattati: 23.513
… più o meno il 30%.
Nota: Questo dato non è particolarmente significativo da un punto di vista statistico.
Infatti occorre considerare che gli Operatori si muovono normalmente su Strike più o meno vicini al Sottostante. Se il Mercato, nell’ambito di un intero anno è poco volatile (e quindi si muove poco), gli Operatori insisteranno a rivolgere le loro attenzioni sempre sugli stessi Strike; quando invece il Mercato si muove, tratteranno quelli che man mano si avvicinano al Sottostante.
Veniamo ora all’argomento di spicco della puntata di oggi: la distribuzione delle fasce di prezzo.
Gli esempi di Neri, Rossi e Violi ci hanno dimostrato che i prezzi delle Opzioni variano da pochi Euro a importi ben più consistenti.
Oggi ci proponiamo di capire, in termini statistici, quali siano stati i prezzi maggiormente trattati dagli Operatori nel corso di un intero anno di Borsa.
A questo scopo abbiamo riclassificato i dati delle Opzioni sulla base del loro prezzo medio, ignorando completamente la componente Scadenza.
Esempio: considerando i dati del 2 gennaio 2003, il valore 500 (circa) di una call febbraio 26.000 è stato assimilato a quello di una call marzo 26.500 (ancora una volta 500 circa).
L’intento di questo studio particolareggiato, per adesso non è quello di capire su quali reali ISIN si siano orientati gli Operatori, bensì (molto più importante) quello di ricavare il valore medio dei loro ‘impegni economici’.
La tabella che segue non è classificata secondo ‘pesi’ lineari, ma per fasce di prezzo ponderate.
Mediante questa suddivisione si ottiene una visione più ampia delle classi di riferimento.
Vediamo:
E ora la grafica tramite un istogramma in pila:
Esaminiamo ore le Classi, una per una:
A. Da 1 a 30 punti (da 2,50 a 75,00 €)
B. Da 31 a 70 punti (da 77,50 a 175,00 €)
C. Da 71 a 100 punti (da 177,50 a 250,00 €)
D. Da 101 a 200 punti (da 252,50 a 500,00 €)
E. Da 201 a 350 punti (da 502,50 a 875,00 €)
F. Da 351 a 500 punti (da 877,50 a 1250,00 €)
G. Da 501 a 800 punti (da 1252,50 a 2000,00 €)
H. Da 801 a 1100 punti (da 2002,50 a 2750,00 €)
I. Da 1101 a 1400 punti (da 2752,50 a 3500,00 €)
J. Oltre 1400 punti (oltre 3500,00 €)
Alla classe A) appartengono i contratti che normalmente vengono eseguiti per chiudere posizioni di Opzioni vendute in precedenza. Questo è il caso del signor Verdi che, buon per lui, ha azzeccato la propria previsione e dopo un certo tempo riacquista quanto aveva venduto a un prezzo più alto.
Normalmente questa operazione viene eseguita per non essere più sottoposti al controllo dei Margini richiesti dalla Cassa.
La classe B) è quella del signor Neri che rischia un Premio irrisorio nella speranza di incontrare un trend decisamente sostenuto e favorevole. Nell’esempio proposto in questo Corso, Neri ha puntato 50 l’8 settembre e sta realizzando 200 alla data in cui scrivo (17 novembre).
Alla classe C) appartengono aspiranti al successo quasi sempre sconfitti dalla sorte … ma non è detto: alle volte hanno pure fortuna.
La classe D) normalmente non è votata al successo: i compratori in Opzioni hanno maggior fortuna nella classe successiva.
In E) si concentrano Operatori già più disposti a rischiare: se il Mercato andrà a loro favore potranno anche riservarsi un discreto futuro.
Alla classe F) appartengono Operatori attenti al Mercato. Se le loro previsioni saranno confermate dai fatti, avranno una buona probabilità di successo.
La classe G) è quella del Signor Rossi: Operatori disposti a rischiare con decisione.
Personalmente questa classe (e anche la successiva) gode di tutta la mia simpatia.
Alla classe H) appartengono Operatori che si ritengono soddisfatti di chiudere vecchie posizioni acquistate in precedenza a valori inferiori. A questa classe appartengono anche compratori che debbono difendere posizioni Hedging in Future (vedremo oltre la teoria).
La classe I) è tipicamente quella dei Market Maker che debbono aggiustare posizioni sintetiche complesse oppure quella di operatori di Hedging che debbono controllare il loro portafoglio in Future o in Titoli.
Per finire, la classe L) è tipica dei casi eccezionali, dei fortunati o di chi, suo malgrado, è costretto a chiudere la propria posizione in notevole perdita.
… e a questa classe appartiene anche il caso più eclatante di tutto il 2003: il 19 settembre è stata trattata una call dicembre 15000 a 11260 punti, pari a 55.632.000 vecchie lire … un caso veramente unico ed eccezionale che va commentato così: … mi dispiace per lei, povero Signor Verdi !
Concludo l’intervento, per quanto un po’ complesso, ma assolutamente necessario a capire e interpretare il movimento dei prezzi perché l’unica strada per poter acquisire dimestichezza e padronanza in questo campo è solo lo studio attento e analitico dei dati.
Ormai sappiamo che, diversamente da quanto succede per i Titoli, le Opzioni vengono prezzate con criteri specifici e particolari: il ‘pricing’ dipende da diverse componenti (sottostante, strike, tempo e volatilità) e in questo senso si rende indispensabile procurarsi una visione d’insieme chiara e completa.
Vi lascio a riorganizzare le vostre idee.
La prossima volta, nel nostro racconto, entrerà in scena un nuovo personaggio: si tratta dell’Ingegner Bernardo Bianchi, fine studioso della materia … ci racconterà il suo pensiero e ci dimostrerà l’importanza delle proprie teorie.
Non perdete i suoi ragionamenti! Vi attendo.
Francesco Caranti