Opzioni pratiche: 100 regole operative
Mi trovo a fare alcune considerazioni nel corso della tempesta finanziaria che ha sconvolto l’area Euro (e non solo) per tutta l’estate del 2011 e che pare non vedere tregua.
La caduta delle Borse iniziata in Maggio e sfociata nei forti ribassi di agosto-settembre 2011 ha riportato gli indici ai livelli dei precedenti minimi del 2009 delineando una conformazione a forma di W (W shape) che gli economisti chiamano “recessione double-dip”: si riemerge, cioè, da una prima onda recessiva per poi ricaderci una seconda volta. Lo scenario attuale è molto simile a quello del periodo luglio ’81 / novembre ’82 negli Stati Uniti. Prima dell’attuale caduta si poteva ancora sperare nella sola gamba sinistra della “W”, cioè a una recessione profonda e veloce a V (V shape) seguita da un forte recupero, ma il quadro si è andato deteriorando fino a ripiombare ai livelli di due anni prima, riconfigurando la seconda gamba della W.
Ironia della sorte, mi ritrovo a fare importanti considerazioni dopo e durante due pesanti crisi finanziarie, quella del 2009 e quella attuale del 2011. Il fatto è che dopo ogni crisi finanziaria si impara sempre qualcosa di nuovo, specie quando si opera con le Opzioni.
Parlare di Borsa in questi mesi è stato un po’ come parlare del diavolo e, per quel che mi ricordo, so che ognuno di noi - anche pur operando al ribasso - ha provato amarezze e inquietudini di fronte a una possibile debacle del sistema degli scambi, l’agonia dei mercati e la profonda e irreversibile trasformazione delle regole che da sempre hanno governato le economie.
Non è certo in questa sede che parleremo del perché di questa crisi e di ciò che si potrà prevedere in futuro, né mi sento di fare processi alle intenzioni di chi probabilmente ha orchestrato una crisi pilotata per destabilizzare il sistema né, tanto meno, parleremo della tenuta o del fallimento del progetto Euro. Per quanto riguarda quest’ultimo mi sento solo di osservare, usando un semplice paragone scientifico, che l’invenzione dell’Euro è simile a quella dei raggi X: Röntgen ha fatto un’invenzione memorabile per la diagnostica medica ma non è stato in grado di prevedere che l’esposizione prolungata di quei raggi poteva provocare neoplasie irreversibili. Ecco il cancro dell’Euro: si è inventato il prodotto, ma non il modo di disinnescarne le conseguenze.
Non penso a un progetto maliziosamente orchestrato da parte di chi ha creduto e appoggiato la creazione dell’Euro, un veicolo fondamentale per agevolare gli scambi e riportare il Vecchio Continente a più alti livelli di competitività. Ciò che credo soltanto è che gli artefici ne abbiano involontariamente sottovalutato l’impatto da un punto di vista speculativo.
Come certo tutti sanno, la speculazione internazionale attacca i punti deboli del sistema, qualunque essi siano. Un qualsiasi processo ritardato, qualsivoglia destabilizzazione politica, un semplice anello debole della catena, oggi come oggi sono occasioni d’oro per la speculazione che è pronta a scatenare reazioni smisurate e difficilmente controllabili. E l’Euro è stato un pretesto come un altro perché il lupo speculativo abbia potuto attaccare, dato che si sa che non aspetta altro per scagliarsi con ferocia contro la vittima indifesa.
Ciò che mi meraviglia – e il mio non è un ragionamento da economista perché non lo sono, ma da semplice matematico – è che i Governi continuino ad ignorare e a trascurare le falle del sistema, cioè i possibili livelli in cui la Speculazione Internazionale può verosimilmente attaccare.
Non credo che il mio ragionamento sia così tanto complicato. Oggi nel mondo occidentale la guerra come si è intesa in passato non è più perseguibile: vi immaginate la Francia che nel 2011 attacca l’Italia? Ma certo che no: figuriamoci! L’unico modo di prendere il sopravvento oggi è quello di farlo tramite l’attacco ai Mercati che sono liquidi, pronti e veloci. In questo terzo millennio, gli eserciti del passato sono stati sostituiti dalla potenza di fuoco dei Mercati.
Come mai questo non è stato ancora capito? Se è vero che nella prima guerra mondiale la supremazia poteva essere dettata dalle Motobarche Armate Svan (i MAS) non si capisce perché oggi l’equivalente non siano i famigerati CDS (Credit Default Swaps). Sono cambiate le armi, d’accordo, ma le strategie belliche dell’essere umano sono sempre le stesse e così resteranno immutate nei secoli.
Si demonizza l’invenzione dei Derivati creati dai matematici e si dice che queste possano essere in futuro possibili cause di distruzione economica di massa. Non è così. Il fatto di inventare un’arma qualsiasi non è un problema. Il problema, semmai, è il modo e il sistema di evitare che questa riesca a deflagrare nel tempo. Ciò che conta realmente è di essere in grado di controbilanciare l’offensiva in tempo utile evitando di presentarsi impreparati all’appuntamento.
Ciò che voglio dire è che, per rendersi più credibili, i Governi dovranno concertarsi con più rigore di fronte all’evoluzione dei tempi. Dovranno evitare la creazione di progetti passibili di speculazione rendendosi conto che oggi l’Economia <nobile o meno nobile che sia, ciò non importa> presenta sempre il conto con regole nuove ogni giorno, ben diverse dai rigidi dogmi del passato.
Panta rei. Il Mondo cambia. E’ arrivata l’ora di intenderlo? Io credo proprio di sì.
I tanto vituperati Derivati continuano a vivere, che lo si voglia o no. Li vogliamo capire e interpretare nel loro giusto senso, finalmente?
Da qualche tempo è nata in me l’idea di intavolare una discussione pratica sull’utilizzo reale delle Opzioni e di fornire la sintesi dei vantaggi e degli svantaggi che si incontrano lungo il cammino dell’operare quotidiano.
Come aprire una struttura di Opzioni? Quando? Con quale scadenza? Liquidarla o aspettare?
Tutte domande che il trader in Opzioni si pone ogni giorno prima di fare click sul book, cioè prima di spostare i propri soldi da una parte all’altra del Mercato.
Non certo la pretesa di farvi diventare milionari perché, se così fosse, terrei per me il segreto, ma semplicemente cercare di rispondere in modo pratico alle domande che vi siete posti e, mi auguro, di anticipare quelle che ancora non vi siete fatti.
Le Opzioni sono strumenti formidabili ma, come sempre accade, c’è qualcosa dietro l’angolo che sfugge e può sfuggire, qualcosa che si nasconde nella tela dell’impianto numerico: un possibile baco che potrebbe infettare da un momento all’altro la nostra strategia in Opzioni e quindi far degradare i nostri investimenti …
A ben pensarci, forse, quanto detto potrebbe essere l’oggetto di un mio prossimo libro ...
Chissà!
FrancescoCaranti