Una Sinfonia da un Nuovo Mondo
Superata sani (chi più, chi meno) e salvi la profezia dei Maya, ecco subito la Profezia di Malachia. Ti ricordi?
quel buontempone che aveva contato i successori di Pietro a venire. Petrus Romanus sarà il 112° e ultimo Papa. Se non ho sbagliato i conti, il dimissionario Benedetto XVI dovrebbe essere il 111°.
Ma non basta: non c’è il due senza il tre. Ed eccoti i prodromi addirittura dell’Apocalisse. Dice Apocalisse di Giovanni: [13]le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi.
Questa è la velina ANSA del 15/02/2013 - Sono oltre 950 i feriti in seguito alla caduta di frammenti di meteorite nella regione di Cheliabinsk, negli Urali russi. Lo ha dichiarato Mikhail Yurevich, governatore della regione. In maggioranza colpiti da trauma leggeri, ha spiegato, fatta eccezione per due feriti gravi a Kopeisk. Tremila gli edifici danneggiati, annuncia il Comune. Molti i bambini, di cui 2 in terapia intensiva
Una volta ancora possiamo pensare che i giochi siano fatti e che rien ne va plus. Prima o poi dovrà accadere, no? ma sempre per citare la Bibbia, c’è una definizione che raffronta i tempi nostri di poveri mortali e quelli del Signore. Quindi possiamo anche cercare un’altra spiegazione. Che cioè stia finendo qualcosa, un modo di vivere quale abbiamo finora conosciuto, per iniziare un nuovo modo. Un nuovo mondo.
Ovviamente i pilastri sono tecnologia, economia e finanza. Metti tu la sequenza che preferisci, ma non dimentichiamoci che alla base dovremmo sempre esserci noi, i Pierini e le sciure Maria di tutto il mondo. Da buon Pierino ho una curiosità matta di sbirciare in là, come saranno le cose quando, come dicono gli Alpini, sarò andato avanti. Qualcuno potrà pensare che morto lui, morto il mondo. Ma io sono curioso come un gatto.
Non è facile a meno di essere un Leonardo da Vinci, un Jules Verne o un Asimov. Ovviamente io non mi sogno di avere delle visioni come loro, dato che manco so vedere se la borsa solo domani sarà su o giù. Ma alcune premesse, quelle si, possiamo vederle insieme.
Primo dato di fatto: l’effetto valanga. Le valanghe ci mettono un po’ a prendere velocità, poi come cominciano a darci dentro, le cose si fanno spese. Velocità, volumi, e via! Noi lo chiamiamo anche progresso. E’ cominciato con non dover più penare per procurarsi acqua, fuoco ed energia. Poi soddisfatti i bisogni primari, l’aspetto ludico. Ascoltare Mozart non è più stato un privilegio imperiale. Bastava un grosso tarabaccolo con un enorme altoparlante. Ma come ti dicevo le cose si sono messe a muoversi sempre più velocemente. Adesso quello che ascoltavano le imperiali orecchie, arriva in un auricolare di quasi ogni pendolare.
Credo di averti chiarito il concetto, quindi per non menarla troppo, cercherò di accelerare anch’io. Vediamo subito le tre componenti: il fattore umano, quello economico-finanziario e il tecnologico.
Il lavoro e i posti di lavoro sono diminuiti come si è innescata la crisi, ma quel che è peggio l’evoluzione tecnica sta mettendo le cose in modo che siano necessarie sempre meno risorse umane. Meno lavoro = meno soldi. Quindi in futuro l’economia e la finanza dovranno fare i conti son sempre meno danèe.
Comunque i bisogni base vanno soddisfatti e i secondari assumono sempre più importanza. Come farò io, o meglio quelli che verranno dopo di me, a procurarmeli? vedo due modi: il volontariato e il fai da te.
Il volontariato si abbina con una nuova forma di libero e disarticolato baratto. Cerco di spiegare che cosa intenda e poi ti faccio un esempio. Il baratto è sempre stato legato a precisi schemi, praticamente una rozza forma di valutazione senza denaro, ma sempre basata su valori correlati. Quello che sta accadendo è completamente diverso: io volontariamente offro una mia prestazione e godo di una serie di servizi fatti da altri sciagurati volontari. Quindi ogni singola prestazione è scollegata e offerta senza aspettarsi alcuna ricompensa. Per altro il valore e il volume dato dalla sommatoria delle prestazioni che ricevo è enormemente superiore a quanto da me conferito. Inoltre è chiaro che il sistema si regge su un equilibrio estremamente precario, garantito solo dai grandi volumi che i new media garantiscono. Io posso in qualunque momento smettere di contribuire al sistema, ma continuare a goderne parassitariamente.
Faccio un paio di esempi: per questo articolo non ricevo nemmeno un Euro di compenso, cosa che secondo la logica tradizionale, dovrebbe essere antieconomica. Però il sistema che non mi paga l’articolo, tutte le mattine mi consente di accedere alle informazioni e scaricare gratis il mio quotidiano preferito. Messo on line da un altro volontario. Accedo anche a delle informazioni tecniche e mirate che ritengo interessanti, fornitemi da questo stesso sito.
Ovvio che ci sono molte obbiezioni alcune delle quali già da me anticipate. Ma il sistema si sta evolvendo quotidianamente ed io sto cercando di intravvederne le linee guida.
Un settore per esempio che ancora viene rigidamente tenuto chiuso, è quello della politica. Una vera democrazia avverrà quando io, te e tutti quelli interessati alla cosa pubblica avremo accesso ad uno Skype megalattico da cui emergano le nostre intenzioni ai fini della guida della cosa pubblica. E’ chiaro che questo toglierà il 90% di potere alla Casta e quindi verrà combattuto come la peste. Ma penso, e spero, che sia un processo ineluttabile. Qualcosa è già stato trattato nel bellissimo saggio Beyond Democracy di Karel Beckman e Frank Karsten.
Parliamo adesso dell’ultimo punto di cui dicevo: il fai-da-te. Non è cosa nuova. Il sistema, insieme a quanto offerto dai new media, ha già distrutto una serie di floride industrie. Pensiamo solo a Kodak, all’industria discografica e adesso l’industria grafica ed editoriale che stanno annaspando alla ricerca di una nuova identità. Aggiungi pure l’industria dei viaggi e della mediazione dell’accoglienza turistica e abbiamo un panorama dell’impatto devastante per la vecchia economia e per i relativi posti di lavoro.
Tieni presente che finora abbiamo parlato solo di beni che in qualche modo prevedevano il trasferimento di elettroni. Gli atomi, cioè la roba concreta finora si salvavano. Finora! Parliamo ora anche di questo nuovo aspetto, cioè la possibilità in qualche modo di “trasferire” gli atomi. Qui interviene pesantemente il fattore tecnologico.
Le stampantine tradizionali abbinate con i nostri computer, notebooks ecc, a colori o in bianco e nero, tecnologia laser o ink-jet, hanno però una caratteristica in comune. Sono bidimensionali. Tanto per parlare come mangio, stampano su un foglio, e le direzioni in cui posso apporre l’inchiostro sono su/giù o se preferisci destra/sinistra. Due direzioni: la terza, cioè in profondità era finora preclusa.
Ora non più ! da tempo si stavano facendo esperimenti su stampanti tridimensionali, ma il problema era che per ragioni economiche, i prototipi servivano solo a scopo sperimentale e di studio. Occorreva l’intervento della componente economico-finanziaria. Gli investimenti fatti hanno portato ora alla realizzazione di esemplari il cui costo sta per abbattere la barriera dei 500$, limite che gli esperti di marketing ritengono determinante per la grande diffusione sul mercato utenza generale.
Detta così sembra una notizuola per maniaci del computer e una eccentricità. Niente di più lontano dalla realtà. E’ cosa che va ad impattare e in modo devastante sulla nostra vita di tutti i giorni. Ecco la componente umana. Chiariamo che cosa vuol dire “stampanti tridimensionali”. Si tratta di uno strumento, device, che si muove in 2 modi: parte da un blocco e con sistemi meccanici o laser “toglie” le parti che non servono per arrivare al soggetto contenuto nel programma software, tipicamente un CAD. In alternativa, un altro tipo di tecnologia si basa su materiali diversi in stato liquido o microgranulare che va ad “aggiungere” via via strato dopo strato i vari layers fino alla costruzione del modello previsto dal CAD.
Quindi ecco l’ultima rivoluzione. Tramite connessione digitale posso trasmettere in qualche modo un modello che ognuno potrà costruirsi a casa sua. Cioè quel fai-da-te di cui si parlava. A che cosa serve chiedi? Beh non ci sono limiti. In un esperimento, ovviamente usando una “stampante” XXL e piuttosto costosa, hanno stampato una casetta. Continuo per semplicità ad usare il termine stampante, ma come vedi è una accezione un po’ tirata. Molto più logico usare la definizione anglosassone di “device”.
Con questa tecnologia la definizione di “pezzo unico” viene cancellata. Un altro esempio: fa conto che il vecchio e meraviglioso servizio da tea che in famiglia vi tramandate generazione dopo generazione, tanto caro che ti sei divertito a scansionare tutti i pezzi, improvvisamente per cause diverse (un terremoto, una lite coniugale, vedi tu) ha perso la teiera andata in mille pezzi. Quello che avrebbe potuto essere un piccolo dramma familiare, qui è solo l’occasione per caricare il CAD con il modello Teiera e far partire la stampante. Nel giro di un certo numero di minuti, come vediamo con qualunque programma, ecco lentamente apparire una nuova teiera identica a quella usata dalla trisnonna.
Oltre ai devices, ci sono già pronti un bel po’ di software dedicati. D-Shape è un sistema robotizzato di stampa 3D che utilizza nuovi materiali (sabbia, fibre di alghe e legante) per creare oggetti e strutture con tenacia superiore al cemento. http://www.metaprintart.info/tecnologie/8323-dopo-i-cromisti-faremo-a-meno-dei-muratori/
Chris Anderson, il Guru di Wired ha scritto almeno 3 libri sull’argomento. L’ultimo intitolato Makers, tradurrei con “I Facitori”, parla proprio di questa realtà. Realtà che va oltre ai sogni di qualunque dott.Jackill. Già perché i medici stanno “stampando” pezzi di ricambio umani. Ovviamente i tecnici anglosassoni sono all’avanguardia. Ancora una volta ti faccio un esempio. Volutamente senza tradurre per non rovinare l’effetto sorpresa.
Bonus Biogroup builds world's first bone regeneration plant http://www.globes.co.il/serveen/globes/docview.asp?did=1000821717 Bonus BioGroup is a product-focused biotechnology company applying proprietary, pioneer technology for supplying bone regeneration tissues. Bonus BioGroup is developing cell therapy products based on autologous and allogeneic bone implants that will enable efficient bone transplant and provide cellular-based bone replacement prosthetics for repairing bone lesions.
Tanto per dimostrarti l’impatto a 360°, con relative influenze sulle industrie coinvolte, ti dico che se sei appassionato di cucina, ma come a me, vigliacca che ti riesce una ricetta… bene c’è un programma che ti suggerisce i materiali di partenza, ingredienti commestibili nel caso e poi ti stampa, insisto ad usare sto lemma, una torta o un flan o quello che dannatamente hai previsto nel software.
Non pensi anche tu che un nuovo mondo sia davanti a noi? mica tanto davanti neh .. certo che non dovremo dimenticare un vecchio detto americano: non esistono pasti gratis!
Vittorio E. Malvezzi